Unfolding
“Da parte di tutti la recitazione è senza sbavature tanto che si può affidare ad ognuno il ruolo di protagonista per un lavoro di squadra che vuole valorizzare il lavoro della produzione “Opificio 03” nel suo insieme.
Tebe, quarto secolo avanti Cristo. O Roma, terzo secolo dopo Cristo. O una qualsiasi città italiana, il secolo scorso. Molte sono le ambientazioni possibili di questa commedia immortale scritta da Plauto che Molière riprende molti secoli dopo e che molti altri dopo di lui riscriveranno consegnandola alla storia come uno dei miti antichi più foriero di fortunate rivisitazioni. La storia è nota a tutti: Anfitrione deve lasciare Tebe e la sua amatissima moglie Alcmena per prendere parte alla guerra contro Telebe. Giove, attratto dalla bellezza di Alcmena, scende allora dall’Olimpo assumendo le fattezze di Anfitrione, accompagnato dall’astuto Mercurio, che invece prende le sembianze di Sosia, il servo del protagonista. L’inganno creerà una serie di spassosissimi equivoci quando il vero Anfitrione tornerà a casa provocando liti, incomprensioni e momentanee riappacificazioni che, a discapito dei malcapitati personaggi, faranno divertire il pubblico fino allo scioglimento finale.
Il testo Molièriano da Plauto prende il tema del doppio e del conflitto tra umano e divino, calandolo nel contesto mondano, leggero, ma anche crudele, della Parigi dei suoi tempi, amplificando il tema dell’equivoco d’amore e del tradimento. La regia di Silvia Ponzo e Nino Sileci per Opificio03 sceglie la versione molièriana alleggerendola nella ripetitività di alcune sue scene (soprattutto nella sua parte finale) pur senza tradirla e mettendo al centro il nucleo comico della commedia: l’equivoco che genera sì divertimento ma anche un pizzico di sanissima inquietudine. Dal punto di vista puramente estetico le scene e i costumi trasportano le vicende in una non precisata località del secondo dopoguerra in un’atmosfera che attraverso le musiche e i costumi dell’Italia di quegli anni, prende forma in una cornice poetica, onirica e neorealistica. L’intento non è però meramente estetico; si vuole così sottolineare l’universalità del mito e come uno dei leitmotiv più longevi della storia ci parli ancora adesso dandoci ancora oggi l’occasione di ridere dell’essere umano e delle sue debolezze per scoprire che, in fondo, dall’antichità ad oggi, non siamo poi così cambiati.
“Da parte di tutti la recitazione è senza sbavature tanto che si può affidare ad ognuno il ruolo di protagonista per un lavoro di squadra che vuole valorizzare il lavoro della produzione “Opificio 03” nel suo insieme.
“Una rappresentazione moderna ed intrigante, una classica commedia degli equivoci i cui interpreti giocano con ironia sugli intricati meccanismi dell’amore.”