I Racconti di Dioniso

La prima edizione

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La prima edizione de I Racconti di Dioniso, svoltasi da maggio a settembre 2022 presso il parco archeologico di Ostia Antica e il parco archeologico dell’Appia Antica ha proposto ai suoi spettatori un ricco cartellone di 16 spettacoli diversi diventando una vera e propria stagione teatrale estiva che ha illuminato per tutta l’estate le serate della capitale. La rassegna, nonostante la vocazione prevalentemente classica, non si è limitata solo al teatro antico ma ha spaziato tra proposte spettacolari di ogni epoca e genere, dal teatro del ‘600 a quello moderno, dal teatro dell’assurdo novecentesco alla nuova drammaturgia per proporre agli spettatori una vasta scelta di eventi, realizzati da operatori campani, liguri, laziali e in generale provenienti da tutto il territorio nazionale e non. Molte le personalità di spicco che si sono esibite al suo interno; primi fra tutti Francesco Pannofino che con il suo spettacolo reading “Miti in Viaggio” ha incantato la platea della serata conclusiva della rassegna e Carlo Sciaccaluga, che da anni collabora col Teatro Stabile di Genova e che ha presentato per la prima volta al pubblico romano uno dei suoi ultimi lavori, L’importanza di chiamarsi Ernesto.

I luoghi

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La prima edizione de I Racconti di Dioniso si è svolta dal 14 maggio al 24 settembre 2022: 2 compagnie organizzatrici, 2 parchi Archeologici, 3 partners, 5 compagnie ospiti, più di 50 artisti coinvolti, 15 operatori dello staff organizzativo; questi i numeri di un fitto cartellone che ha accompagnato i più di 600 spettatori partecipanti in un viaggio lungo tutta un’estate.

Ostia Antica insieme a Pompei è il sito archeologico più grande del pianeta con un’area di 150 ettari, di cui è stato riportato alla luce solo il 40% mentre più della metà della città giace ancora sepolta. Ostia, città dell’antico Lazio, era il porto della città di Roma, posta nelle vicinanze della foce del fiume Tevere.

Prima colonia romana fondata nel VII secolo a.C. secondo la tradizione dal re di Roma Anco Marzio, si sviluppò in epoca imperiale come centro commerciale e portuale. Rimase centro residenziale e amministrativo dopo la costruzione dei porti di Claudio e di Traiano, ma decadde rapidamente in epoca tardo-antica e fu abbandonata in epoca alto-medievale.

Il parco archeologico di Ostia Antica ha ospitato nell’estate del 2022 le prime tappe della prima edizione de I Racconti di Dioniso offrendo uno scenario suggestivo e prestigioso agli spettacoli itineranti Il Mercante di Venezia di William Shakespeare e l’Iliade di Omero 

Alto esempio di architettura militare rinascimentale, il Castello cominciò ad essere costruito nel 1483 per volere del cardinale Giuliano della Rovere, futuro Papa Giulio II. Si tratta di un’imponente struttura circondata da un fossato; nell’estate 2022 è stato il palcoscenico di una delle serate de I Racconti di Dioniso con gli spettacoli Up&Down e Sia nel giusto sia nel torto

Il grande complesso che comprendeva non solo la villa vera e propria ma anche un teatro, un anfiteatro e delle terme, venne costruito in età adrianea e in origine apparteneva a due fratelli; si trattava dei due fratelli Sesto Quintilio Condiano e Sesto Quintilio Valerio Massimo nobili, consoli entrambi nel 151, e grandi proprietari fondiari. La loro ricchezza e fortuna suscitò l’avidità di Commodo, che li accusò di aver congiurato contro di lui e nel 182183 li fece uccidere, appropriandosi dei loro beni. La grande proprietà divenne così una villa imperiale.

Il Mausoleo di Cecilia Metella è uno dei luoghi simbolo della Via Appia Antica. Monumento funerario costruito fra il 30 e il 10 a.C.,  si staglia al III miglio della strada e impressiona ancora oggi il viaggiatore per la sua imponenza ed eleganza, che si aggiungono al fascino di essere stato riutilizzato in epoca medievale come torre di un castello ancora perfettamente conservato.

Gli spettacoli

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Artefatti: Fatti d’arte in luoghi da sballo.

Produzione: Il Demiurgo 

Regia: Franco Nappi 

Con: Franco Nappi, Chiara Vitiello, Marco Serra

Dopo aver debuttato in alcuni dei luoghi più belli della Campania (e non solo) come la Reggia di Portici e il castello Lancellotti di Lauro, il parco dell’Appia Antica diventa teatro d’eccezione per le storie del genio ribelle Caravaggio, per i tormenti di Isabella Croys, per il genio di Leonardo Da Vinci, per l’estasi di Michelangelo Buonarroti. Luoghi da sogno per le storie di artisti meravigliosi. Ma di essi non si racconterà soltanto l’estro creativo: si scaverà nel cuore degli uomini e delle donne, nelle loro emozioni. Perché i geni sono archetipi, e raccontandoli raccontiamo anche noi stessi, con le nostre fragilità e le nostre debolezze. Artefatti dunque non sarà solo un viaggio nell’arte e nelle opere di alcune delle personalità più geniali della Storia dell’Arte ma anche l’occasione per conoscere gli uomini, e le donne, che si celano dietro l’artista.

Donna Olimpia: la “Papessa”

Produzione: Opificio03

Testo e regia: Lorenzo De Santis

Con: Irene Cannello, Lorenzo De Santis, John Zotti
Chi era donna Olimpia, perché era così potente, e come mai si parla così tanto di lei a proposito di piazza Navona e di Roma? Non bellissima, ma affascinante e forse dotata di segrete attrattive sessuali, dai e ridai, dopo aver vagliato tanti aristocratici di potere e denaro, finalmente riuscì a sposare quello che le doveva apparire il partito giusto: il nobile Pamphilio della potente famiglia Pamphilj, più vecchio di lei di trent’anni, che ebbe il buon gusto di morire pochi anni dopo lasciandola ricca vedova. Da qui cominciò la sua scalata. In pochi anni divenne non solo la donna, ma addirittura la personalità più potente e temuta a Roma, una vera e propria terribile “papessa”. A raccontare le sue vicissitudini ci penseranno tre popolani attraverso gli scritti di Pasquino e Marforio.

Anfitrione

Produzione: Opificio03 

Adattamento: Silvia Ponzo e Nino Sileci

Regia: Silvia Ponzo e Nino Sileci 

Con: Davide Cherstich, Giacomo Cremaschi, Lorenzo De Santis, Silvia Ponzo, Caterina Rossi, Nicolas Varisco


La vicenda di Anfitrione è tra i miti antichi più ripresi in età moderna: valoroso condottiero e sposo felice di Alcmena, l’eroe è vittima di un inganno perpetrato da Giove, che ne assume le sembianze per sedurne la sposa e generare con lei il semidio Ercole. Quando nel 1668 Molière scrive la sua versione del mito al tema plautino del doppio e dello straniamento che questo provoca negli sfortunati personaggi che lo vivono, il celebre commediografo francese affianca quello dell’adulterio che tanta ilarità suscitava nel mondano pubblico della Parigi del suo tempo. La commedia degli equivoci e degli inganni, incentrata sul «furto di identità» diventa un’occasione per ridere dei meccanismi dell’amore e delle sue insidie. La messa in scena di Opificio03, alleggerendo il testo molieriano senza snaturarlo, esalta il meccanismo comico tramite lazzi e gags che si ispirano alla commedia dell’arte e al clown teatrale, creando uno spettacolo dal ritmo serrato che mira a divertire ed incantare il pubblico.

L’asino d’oro 

Produzione: TrisEtMas, TeatrEuropa di Corsica 

Regia: Orlando Forioso 

Con: Fabio Camassa, Luca Carrieri, Valeria D’Angelo, Marie-Paule Franceschetti, Orlando Forioso, Riccardo Mori, Henri Olmeta 

Costumi: Sartoria Capricci di Livorno

La metamorfosi o, appunto, L’asino d’oro è l’unico romanzo della letteratura romana pervenuto interamente fino ad oggi e costituisce l’unica testimonianza del romanzo antico in lingua latina. Il protagonista del romanzo è il curiosus Lucio. Viaggiando in Tessaglia, terra di streghe e incantesimi, egli prova un insaziabile desiderio di vedere e praticare la magia: dopo essersi spalmato una pomata magica, si ritrova trasformato accidentalmente in asino. La trama prosegue seguendo Lucio nelle sue peripezie portandolo finalmente a ritrovare la forma umana e una nuova consapevolezza di sé. Il percorso di caduta, sofferenza e redenzione si concluderà grazie all’intervento della dea Iside, della quale Lucio diverrà un ardente devoto. La compagnia Tris Et Mas definisce questo spettacolo di figura come un insieme di frammenti d’illusione teatrale: una sorpresa dietro l’altra tra musiche, canzoni, maschere, ombre, giochi di prestigio e danza ed ecco il nostro Lucio subire le peggiori angherie e vivere la bestialità dell’essere umano.

Cyrano station

Produzione: Compagnia Liberaimago, Associazione Primo Aiuto 

Regia e Drammaturgia: Roberto Ingenito

Con: Alessandro Balletta, Gaetano Migliaccio, Fortuna Liguori

Costumi: Rosario Martone

L’amore vive tra i versi dei poeti. Sui guanciali del loro risveglio. E se l’amore fosse la mera invenzione di un dio beffardo, un bluff, un modo per riempire pagine di libri, appesantire tavole di palcoscenico, giustificare torbidi di stomaco? Se fosse solo “parola”, o… semplicemente menzogna? Insomma, se l’amore esistesse solo nella voce di chi, capace di raccontarcelo, ce lo facesse intendere vero e/o plausibile? Allora immaginiamo dei poeti, indossare le vesti di un guascone, e iniziare un viaggio, con tanto di fermate e capolinea. Virtuosi della parola, dall’inchiostro sopraffino, duelleranno in singolar tenzone a colpi di puntuta stilografica. E poi un naso, grosso, “maledetto”; testimone di un amore impossibile ma terribilmente reale, emblema letterario della menzogna, ma anche rivelatore di verità. Cyrano station è un’ispirata passeggiata tra le righe, i racconti, i versi di poeti profondamente innamorati o, forse, tremendamente bugiardi.

 

L’importanza di chiamarsi Ernesto 

Produzione: Il Demiurgo in collaborazione con Pro Lauro

Regia: Carlo Sciaccaluga

Assistenti alla regia: Silvia Biancalana, Daniele Acerra 

Con: Alessandro Balletta, Franco Nappi, Roberta Frascati, Simona Pipolo, Carolina Rapillo, Marco Serra, Chiara Vitiello 

Scene: Filippo Stasi Aiuto, Angelo Navarro

Realizzazione scene: Proscena Laboratorio, Andrea Esposito, Emmanuele Esposito 

Costumi: Martina D’Ascoli 

Organizzazione e grafica: Emilia Esposito, Eleonora Carta 

Che il nome che portiamo sia importante lo sappiamo bene ma lo ha meglio sottolineato Oscar Wilde nella sua divertente quanto dissacrante commedia teatrale “The Importance of Being Earnest”, nome che significa “onesto” ed Ernest onesto non lo era affatto. È una delle commedie più rappresentate di sempre quella partorita dal genio di Oscar Wilde: la storia, intrisa di ironia e sarcasmo, scorre con ritmo incalzante dalla prima all’ultima battuta, traversando equivoci e scambi di identità fino al classico lieto fine e mette alla berlina la rispettabilità artefatta della Londra vittoriana attraverso dialoghi brillanti, surreali e provocatori.

Frida 

Produzione: Teatro dell’Osso 

Testo e regia: Mirko Di Martino 

Con: Titti Nuzzolese, Peppe Romano

Frida Kahlo, una volta, dichiarò: «Non ho mai dipinto sogni. Ho dipinto la mia realtà». Lo spettacolo parte proprio da questa frase per raccontare un ritratto privato, autentico e doloroso, della ormai iconica artista messicana: non la Frida icona dell’arte e della moda, ma la Frida donna, la Frida vera, la Frida messicana della prima metà del secolo. In pratica l’essenza di Frida, quella di cui ognuno di noi si è innamorato. Il testo dello spettacolo è stato scritto rielaborando le testimonianze di Frida Kahlo, di Diego Rivera, e delle persone che li conobbero, dedicando grande spazio alle lettere di Frida, al suo diario privato, e all’autobiografia di Rivera. Sotto i riflettori, ovviamente, ci sarà il rapporto di Frida con Diego. 

 

All Hail Macbeth 

Produzione: Opificio03, Il Demiurgo 

Testo e regia: Lorenzo De Santis 

Con: Franco Nappi 

All Hail Macbeth nasce dal desiderio di narrare le vicende trattate nella Scottish play mediante le parole di un solo personaggio, Macbeth stesso, cercando di sviscerare, per quanto ancora possibile, aspetti della sua personalità che, ad una visione sommaria della tragedia, potrebbero risultare poco comprensibili o non del tutto approfonditi. Egli, infatti, come tutti i personaggi shakespeariani, del resto, è una parziale ma vivida rappresentazione delle molteplici facce dell’animo umano, è un uomo abile nel pensiero almeno quanto con la spada. Lo spettacolo desidera indagare l’ingarbugliata psicologia del protagonista dell’opera, analizzando i pensieri che lo spingono a compiere le sue azioni molto spesso irreparabili e di conseguenza catartiche, e rivelando anche aspetti molto più confidenziali e intimi di un uomo che, prima di essere un ambizioso sovrano, è senza ombra di dubbio un semplice soldato tormentato dal fardello di una vita trascorsa in battaglia.

Up and down

Produzione: M&N’s 

Testo e regia: Franco Nappi 

Con: Emanuele Scherillo, Marco Serra, Chiara Vitiello 

Up and Down è uno spettacolo sulla disabilità scritto e diretto da Franco Nappi e interpretato da Emanuele Scherillo, attore disabile. Usando una chiave al contempo ironica e poetica lo spettacolo, prodotto dall’associazione M&N’s racconta la sfida ai pregiudizi e alle difficoltà quotidiane di un aspirante atleta paraolimpico chiamato a fare a pugni con la vita.

 

Sia nel giusto, Sia nel Torto

Produzione: Il Demiurgo

Ideatori: Francescoantonio Nappi, Anna Maria Bozza

Con: Roberta Astuti, Marco Serra, Roberta Frascati, Antonio Torino, Anna Maria Bozza, Franco Nappi

Lo spettacolo è dedicato alla figura di Fabrizio De André, realizzato con il patrocinio della Fondazione De André, che ha caldeggiato il progetto, ed ha esordito in “Estate a Napoli 2021” nella prestigiosa cornice del Maschio Angioino, col patrocinio del Mibact e della Regione Campania. In scena quattro personaggi, ispirati all’universo di De André, raccontano le loro storia in una immaginata “Via del Tempo”, mentre un comune pensiero espresso in note dalla cantante Anna Maria Bozza farà da suggestivo trait d’union dell’opera.

 

La signora del borgo 

Produzione: Post-it 33 

Adattamento: Salvatore Riggi

Regia: Salvatore Riggi, Giorgia Lunghi

Con: Giorgia Lunghi, Mariano Viggiano, Salvatore Riggi, Maria Sara Amenta, Emanuele Vircillo

Il progetto teatrale “La Signora del Borgo” nasce dall’idea di rivalutare artisticamente e culturalmente i borghi del Bel Paese, scorci cittadini e centri storici, trasformandoli in vere e proprie scenografie teatrali atte a fare da sfondo ad una vicenda ispirata ad una fra le più belle storie che siano mai state raccontate sui palcoscenici finora: “La visita della vecchia signora” di F. Durrenmatt. Nella splendida cornice del Parco Archeologico di Ostia Antica gli attori reciteranno in mezzo agli spettatori, in modo da coinvolgere il pubblico portandolo direttamente dentro la vicenda, così da poter regalare a chi assisterà allo spettacolo un’esperienza teatrale coinvolgente.

Le baccanti 

Produzione: Opificio03 

Adattamento e regia: Silvia Ponzo 

Con: Maria Sara Amenta, Fabio Camassa, Valeria D’Angelo, Lorenzo De Santis, Francesco di Crescenzo, Eleonora Di Raffaele, Riccardo Mori, Francesca Vecchiato, allieve dell’Accademia Internazionale di Teatro.

Rappresentate postume poco dopo il 406 a.C., le Baccanti, ultima tragedia scritta da Euripide, portano in scena lo scontro tra il dio fattosi uomo Dioniso e il sovrano Penteo che, non accettando l’essenza divina di Dioniso, per questo sarà punito con una morte che assume caratteristiche rituali ed universali. Il nucleo centrale delle Baccanti sta nel contrasto tra lo spirituale e il materiale, tra il mistico e il pragmatico, tra il mondo come ci appare, logico, razionale, guidato dalla scienza e dalla tecnica, e un mondo altro, intangibile e misterioso che non segue le regole della ragione, che non può essere visto dagli occhi, la cui presenza è percepibile da ogni essere umano che vada oltre ciò che è appunto visibile. In questa versione della tragedia si è voluti partire da un lavoro sul testo volto a mantenere fedeli i versi di Euripide ma ad arrivare anche al loro centro, al loro nucleo. Un lavoro dunque che preferisce, soprattutto per quanto riguarda i cori, ma non solo, affidarsi alla potenza delle immagini, a lasciare che le parole sgorghino e riempiano la scena solo quando strettamente necessario. Tutta la messinscena dunque è un’unione tra immagine e parola, tra corpo che vive e rappresenta e pensiero che si anima nelle parole e nella voce.

ALDIQUAALDILÀ

Produzione: Piccola Città Teatro – Teen Theatre, Galassia Estreya, Il Demiurgo

Da un’idea di Dario Menee ed Ettore Nigro

Testo di: Giovanni del Prete, Ettore Nigro

Regia: Giovanni Del Prete

Con: Anna Bocchino, Gaetano Franzese, Ettore Nigro, Antonio Vitale

Scene e Dipinti: Ciro Palumbo

Costumi: Anna Zuccarini

Musiche Originali: Tommy Grieco

Maschere: Renzo Sindoca, Alberto Ferrara

Realizzazione Scene: Filippo Stasi, Francesco Bellella

Supervisione Commedia dell’Arte: Arduino Speranza

Organizzazione: Viola Forestiero

Direttore di Scena: Domenico Pepe

 

Lo spettacolo è una sintesi tra commedia dell’arte e “La Divina Commedia” di Dante Alighieri. Tre maschere (Pulcinella, Arlecchino e Capitano) dell’aldiquà intraprendono il viaggio nell’aldilà per trovare un santo a cui votarsi. Passando nell’inferno vengono posseduti dalle anime dei dannati, nel purgatorio cercano di capire cosa gli stia accadendo senza capirci niente… Una commedia divertente ma che fa anche riflettere; cosa accadrà ai nostri tre famosi personaggi? La buffa comicità della commedia dell’arte è il leitmotiv di tutto lo spettacolo, che si mischia coi personaggi più famosi dell’opera di Dante e li fa rivivere sul palco con nuova forza. La ricerca del posto fisso, del posto nel mondo, diventa catartica e mostra chi siamo

veramente attraverso degli squarci, svelando cosa abita sotto, nella profondità dell’animo.

Mo vene Godot 

Produzione: FEIR eventi  

Adattamento e regia: Pasquale Candela 

Con: Francesco di Crescenzo, Francesco Romano, Franco Nappi, Luigi Leone, Salvatore Scotto d’Apollonia.

Ci troviamo davanti ad un’ambientazione surreale, collocata chissà dove nella linea spazio-temporale ed è proprio lì, tra una panchina ed un albero spelacchiato, che facciamo la conoscenza di due assurdi protagonisti, compagni e soci, che nonostante le differenze piuttosto evidenti mostrano fin da subito un’affinità unica data dall’obiettivo comune: aspettare Godot! Fulcro di quest’opera, dalle note comiche, delicate e poetiche e dagli accenti eccentrici è sicuramente l’importanza dell’attesa, sottolineando quanto sia fondamentale pregustare qualcosa anche prima di averlo ottenuto, quanto gli attimi prima dell’incontro possano generare euforia, noia e magia. L’attesa di Godot è un’allegoria moderna, Godot è un’idea, un pensiero, è quella strada o decisione che non sempre si ha il coraggio di perseguire, è la bella notizia che aspettiamo da una vita. E noi semplici e ignari spettatori, ci ritroviamo lì, su quella panchina, in attesa, vivendo attimo dopo attimo la successione degli eventi della nostra vita.

Le idi di marzo 

Produzione: Opificio03 

Adattamento e regia: Lorenzo De Santis 

Aiuto regia: Silvia Ponzo 

Con: Davide Cherstich, Paolo de Candia, Francesco Leonardo Marchionne, Paolo Roberto Ricci, Leandro Sbrocchi, John Zotti 

Le idi di marzo, liberamente ispirato al “Giulio Cesare” di Shakespeare, rivisita il conflitto esemplare e sempre attuale tra democrazia e autoritarismo, tra repubblica e impero e svela magistralmente la dimensione teatrale della politica, la sua retorica, la sua finzione; una storia, dunque che parla del potere e delle sue forme, che affonda le sue radici nell’antichità ma resta attualissima nello svelare gli inganni della politica di oggi. In una messinscena scenograficamente minima, lo spettacolo è affidato alla potenza del testo e alla fisicità degli attori che ci mostrano come la storia si sveli come una grande arena della persuasione in cui la forza della parola, la simulazione e la dissimulazione forgiano i destini degli uomini.

Canto pe’ Cantà

Produzione: Opificio03

Regia: Lorenzo De Santis

Con: Irene Cannello, Lorenzo De Santis e Nino Sileci,

Un percorso canoro nel quale vari personaggi del passato racconteranno al pubblico, in modo coinvolgente e divertente, la storia del

dialetto romano dall’Alto Medioevo al Novecento, facendoci scoprire come la lingua romana è cambiata nel tempo e quali forme poetiche

hanno accompagnato quest’evoluzione, arrivando fino al celebre stornello.

 

Miti in Viaggio

Produzione: Opificio03 – Il Demiurgo

Tra Reading e performance teatrale, lo spettacolo, che vede in scena Francesco Pannofino insieme agli attori delle

compagnie organizzatrici della rassegna (Lorenzo De Santis, Nicola Le Donne, Franco Nappi, Silvia Ponzo, Marco Serra, Nino Sileci,

Chiara Vitiello), si muove tra suggestioni sonore e vocali, affrontando l’idea del viaggio e del racconto che ha fatto da trait d’union all’intero

progetto “I racconti di Dioniso”. Uno spettacolo ispirato ai Nostoi del ciclo omerico, i viaggi di ritorno che gli eroi achei vissero per tornare a casa: dal catartico viaggio nell’Ade di Odisseo al tremendo ritorno di Agamennone, dalle Paludi di Hesperia che inghiottono il fato di Diomede, alla terribile vendetta dell’argonauta Nauplio che, assetato di sangue alla notizia dell’ingiusta morte del figlio Palamede cagiona il naufragio di tanti Achei di

ritorno da Ilio, fino al sereno ritorno del saggio Nestore, e al gelido incedere dei destini di Menelao ed Elena, di nuovo sposi e re, in una Sparta spettrale e triste, carica del dolore degli anni di guerra.

Iliade

Ispirato ai poemi del ciclo omerico, lo spettacolo racconta la guerra di Troia attraverso la ricostruzione data da Andromaca, moglie di Ettore, un attimo prima della sua cattura: stringendo tra le braccia il figlio, in una Troia che già brucia delle fiamme Achee, Andromaca racconta di Paride ed Elena, di Achille e della sua ira funesta, di suo marito Ettore, di Priamo, delle grandi battaglie e degli eroi immortali. E gli episodi prendono corpo, rappresentati dagli attori mentre la protagonista parla. Parla da principessa, da donna e da madre. E offre una lettura dell’Iliade fedele e al contempo moderna. Lo spettacolo sfrutterà la cornice del luogo rendendola ambiente onirico e al contempo emozionale, in cui gli spettri di un passato evocato dalla protagonista prenderanno corpo. Tra le mura del castello prenderanno forma amori e congiure, duelli e morti. “L’Iliade” sfrutta la semplicità della messa in scena per permettere allo spettatore di vivere a pieno i duelli degli eroi e i tormenti dei protagonisti: il pubblico si trova ad essere compagno di viaggio degli attori che cambieranno forma, interpretando i personaggi più noti dell’opera omerica.

Tartufo

Dopo il debutto del 1664 a Versailles, “Il Tartufo” suscitò uno strascico di scandali e atti di censura, che si conclusero col clamoroso successo nel Teatro del Palais Royal. È una delle più alte espressioni della commedia di tutti i tempi. È una feroce satira della stupidità umana, e, sì, anche un attacco all’ipocrisia e alla falsa moralità, ma è, soprattutto, una dichiarazione di amore e di fede nell’essere umano. Perché Molière riesce nella grandiosa impresa di rendere non solo comica, ma anche interessante la stupidità. Lo spettatore è sgomentato dall’amore assurdo di Orgone per Tartufo, perché è evidente fin dall’inizio che siamo di fronte a un truffatore, un’astuta bestia primordiale che pensa solo a mangiare, al denaro e al sesso. Come mai Orgone non lo vede? Lo spettacolo è diretto da Carlo Sciaccaluga, regista emergente che dopo aver girato l’Europa collaborando stabilmente col teatro Nazionale di Tirana, e lavorando in Austria e Germania, è attualmente uno dei registi italiani più attenzionati, nonostante la giovane età: ne è prova il fatto che il Teatro Nazionale di Genova gli abbia affidato la ripartenza post pandemica con “La Congiura del Fiesco”. Lo spettacolo andrà in scena al Festival Spartacus all’anfiteatro di Santamaria Capua Vetere, oltre che al festival Classico Contemporaneo, al Chiostro di San Domenico Maggiore, a Napoli.

Il mercante di Venezia

Lo spettacolo è una riduzione una riduzione agile a 6 personaggi in chiave itinerante, tratta da Il mercante di Venezia di William Shakespeare, una delle commedie più celebri e amate dal pubblico. Lo spettacolo tratta l’intera vicenda dai punti di vista di Antonio, Porzia, Graziano, Nerissa, Shylock, Bassanio. Una delle opere più complete, complesse e rappresentate del Bardo diviene così occasione per animare e valorizzare borghi e luoghi d’arte e cultura, come già avvenuto lo scorso anno nel borgo di Orte (VT) o nel palazzo Pignatelli di Lauro (AV).

Timone d’Atene 

Lo spettacolo è una tragedia di William Shakespeare, che tratta del leggendario misantropo ateniese Timone, probabilmente ispirato anche al celebre omonimo filosofo. Viene generalmente considerata come una delle opere più oscure e di difficile comprensione di Shakespeare. Diretto da Carlo Sciaccaluga, regista emergente che dopo aver girato l’Europa collaborando stabilmente col teatro Nazionale di Tirana, e lavorando in Austria e Germania, è attualmente uno dei registi italiani più attenzionati, nonostante la giovane età: ne è prova il fatto che il Teatro Nazionale di Genova gli abbia affidato la ripartenza post pandemica con “La Congiura del Fiesco”. Lo spettacolo sarà l’evento di apertura del festival “Shakespeare Summer Dream III edizione”

Gli imperatori di Roma

Prodotto e diretto da Opificio03
Con Lorenzo De Santis
Francesco Di Crescenzo
Silvia Ponzo

Con “Gli Imperatori di Roma” la compagnia teatrale Opificio03 trascina il pubblico in un divertentissimo “ripasso” di Storia Romana che coniuga la ricostruzione storica veritiera ad aneddoti e curiosità, il tutto condito da spassosissime gags. A fare da narratore alle vicende si presenta sulla scena il dio Giano che introduce man mano i protagonisti della Roma Imperiale che si alternano sul palcoscenico raccontando la loro storia: ecco quindi una carrellata di monologhi e dialoghi di Imperatori, imperatrici, dei, architetti e tutti quei personaggi che resero grande la Roma di quegli anni. La drammaturgia strizza l’occhio all’indimenticabile musical “i sette re di Roma” di Luigi Magni con protagonista il maestro Proietti al quale questo lavoro si ispira e del quale vorrebbe costituire una sorta di sequel, un omaggio al teatro del grande Gigi, recentemente scomparso e del quale il teatro italiano oggi più che mai sente la mancanza.

Il Viaggio di Enea

Il viaggio dell’eroe mitico concepito apposta per luoghi non teatrali e, nello specifico, per Anfiteatri, ha già avuto il suo battesimo del fuoco all’Anfiteatro di Avella (AV) nel festival “Le Dionisiache” e andrà in scena al festival Spartacus presso l’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere. Lo spettacolo racconta il viaggio di Enea, cantato da Virgilio, con particolare attenzione alla vicenda tragica di Didone.